Dalla lettura dei giornali di questi giorni si possono trarre alcune istantanee che riguardano la questione femminile.
In Finlandia, è stata confermata alla guida del governo Sanna Marin, di 34 anni, indicata dal Partito socialdemocratico e sostenuta da una coalizione di altri quattro partiti, guidati a loro volta da quattro donne: Li Anderson dell’Alleanza di sinistra, Maria Ohisalo dei Verdi, Katri Kulmuni leader del Partito di centro, e Anna-Maja Henriksson del Partito popolare svedese di Finlandia.
«Abbiamo molto lavoro da fare per ricostruire la fiducia – ha detto Sanna Marin –. Non ho mai pensato alla mia età o al fatto di essere donna, penso alle motivazioni che mi hanno spinto a entrare in politica e alle proposte con le quali abbiamo conquistato i voti degli elettori».
In Italia non c’è più limite alla volgarizzazione, a fini politici, di qualunque tema attraversi l’orizzonte dell’opinione pubblica. Compresa la storia filtrata dalla fiction. Così la popolarità di una figura politica come Nilde Iotti, prima presidente donna della Camera dei deputati, è stata derubricata dal quotidiano Libero a luogo comune sulle «femmine emiliane»: roba che non si trova più nemmeno sulle cartoline illustrate.
629 donne cristiane sono finite dal Pakistan in Cina, vendute come spose a uomini cinesi. L’elenco lo fornisce la Associated Press, Il Foglio ne riporta la notizia.
Le ragioni (se così si può dire) di questa tragedia starebbero nella domanda di donne straniere in Cina per via della crisi demografica del paese, che vede una forte crescita (diverse decine di milioni) di uomini rispetto alle donne; risultato della politica del figlio unico. Schiavitù femminile e persecuzione dei cristiani in terra islamica si sommano in maniera spietata e inquietante.
L’11 dicembre 2019 Marta Cartabia, classe 1963, è stata eletta presidente della Corte Costituzionale. Nominata giudice costituzionale nel 2011 da Giorgio Napolitano e dal 2014 vicepresidente della Consulta, è docente di diritto costituzionale.
«Ho l’onore di essere qui come un motivo di ispirazione anche per altri, come un’apripista – ha commentato appena eletta – sperando alla prossima elezione di poter commentare come la neo presidente finlandese Sanna Marin che alcuni giorni fa diceva “l’età e il sesso non contano”. In Italia ancora un po’ contano. Speriamo presto di poter dire “l’età e il sesso non contano”».
Queste istantanee fanno emergere, e forse oggi ce n’è bisogno, l’importanza della democrazia. Pur con tutti i suoi limiti, il sistema democratico consente, ove è istituito, un passaggio di genere e di generazione del tutto problematico nei sistemi non democratici e protegge ancora i diritti umani fondamentali. L’unica cosa da cui il sistema democratico non ci può proteggere è l’uso del linguaggio inadeguato, compreso quello sessista. Ma consentendo di manifestarsi, può toglierci ogni dubbio.
[Articolo modificato il 12 dicembre 2019]
