Maria corredentrice: la risposta di Giovanni Paolo II

Mai Maria «ha voluto prendere per sé qualcosa di suo Figlio, mai si è presentata come una co-redentrice, ma come una discepola». Le parole di papa Francesco durante l’omelia per la festa della Vergine di Guadalupe, il 12 dicembre 2019hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica ecclesiale la questione del cosiddetto quinto dogma mariano.

Essa fu già affrontata dal concilio Vaticano II e poi era tornata d’attualità nel pieno del pontificato di Giovanni Paolo II. Era infatti il 1997 quando il movimento «Vox Populi Mariae Mediatrici», animato dall’allora giovane teologo statunitense Mark Miravalle, disse di aver raccolto 4 milioni di firme sotto una petizione in tal senso rivolta al papa, indicando persino la data della proclamazione del dogma: Pentecoste 1998.

Può dunque essere d’utilità riandare alla documentazione «Sul quinto dogma mariano» pubblicata all’epoca da Il Regno, che il nostro archivio online custodisce insieme a una cronaca ragionata, «Petizioni mariane: il buon uso della pietà del papa», e al resoconto «Teologia mariana: nessun altro dogma» di un incontro informale, di pochi mesi successivo, tenutosi alla Pontificia facoltà teologica Marianum.

La breve petizione, accompagnata da un manifesto teologico, si concludeva così: «Noi preghiamo quindi affinché lo Spirito Santo sia a lei guida, o santo padre, a definire e proclamare la beata vergine Maria come corredentrice, mediatrice di tutte le grazie e avvocata del popolo di Dio».

La risposta ufficiale, tramite la pubblicazione su L’Osservatore romano di due testi, di un’autorevole Commissione costituitasi, su richiesta della Santa Sede, in seno al XII Congresso mariologico internazionale (Czestochowa, 12-24.8.1996) e della Pontificia accademia mariana, fu lapidaria: «La costituzione Lumen gentium, che con meditata scelta non contiene la definizione dogmatica della mediazione, fu approvata con 2151 voti favorevoli su 2156 votanti», e 33 anni dopo «non è cambiato sostanzialmente il panorama ecclesiale, teologico ed esegetico».

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