Tra i pensieri che maggiormente devono inquietare il cuore dei credenti in questi giorni vi è certamente quello della solitudine dei malati, che spesso vanno incontro alla morte senza la compagnia dei familiari e senza alcuna assistenza religiosa. Merita perciò grande attenzione l’appello, che potete leggere qui sotto, rivolto da mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, ai «cari medici e infermieri» credenti «nel Signore» a farsi anche «ministri di consolazione» per questi fratelli, suggerendo alcuni semplici gesti. Sono parole pronunciate nel corso del Messaggio ai fedeli della diocesi di Brescia pronunciato il 13 marzo scorso, a conclusione del secondo Quaresimale presso la chiesa cattedrale. Sul sito della diocesi il testo integrale, che tocca anche la questione di come amministrare a tutti i fedeli – non solo ai malati – il sacramento della riconciliazione.
Il mio pensiero va anzitutto ai nostri fratelli e sorelle che a causa del contagio versano in gravi condizioni nei nostri ospedali, che non possono essere accompagnati dai loro cari negli ultimi istanti della loro vita e che non possono ricevere i conforti religiosi.
Vorrei tanto che non si sentissero soli, che potessero avere un segno della amorevole presenza del Signore, della sua potenza di salvezza e della sua misericordia.
Mi rivolgo allora a voi cari medici e infermieri che credete nel Signore: siate voi ministri di consolazione per questi nostri fratelli e sorelle, nel rispetto della libertà loro e dei loro parenti. Aggiungete all’ammirevole cura che state dimostrando anche questo gesto: quando li vedete in particolare difficoltà o ormai alla fine della loro vita terrena, affidateli al Signore con una semplice preghiera silenziosa e se i loro cari vi esprimeranno il desiderio di saperli accompagnati dai conforti cristiani, tracciate voi sulla loro fronte una piccola croce.
Fatelo a nome loro e a anche a nome mio, a nome dell’intera nostra Chiesa. Avete piena dignità di farlo in forza del vostro sacerdozio battesimale.
Ai cappellani dei presidi ospedalieri e ai loro collaboratori pastorali – la cui presenza in questo momento è ancora più preziosa – ho raccomandato di sostenervi in questo vostro ministero. Noi ricorderemo tutti i nostri malati e tutti i nostri defunti la sera di ogni giorno nel santo rosario.
