«Ormai per me siete di casa. Mantengo in sottofondo le vostre repliche che mi fanno compagnia o mi fanno sentire di interesse per qualcuno […] Non sempre si devono mettere in atto situazioni eclatanti per farci sentire vivi e persone che provano emozioni come qualunque essere umano. E per un contesto come il carcere l’eclatante è la volontà, il coraggio, la voglia e il cuore di tutti i volontari che ci offrono occasioni per riconoscerci come persone e non come reati. Grazie per non averci mai abbandonato. Metterci alla prova per dimostrarvi che anche noi possiamo dare, donare e mostrare del bene». Ilenia, è reclusa al carcere della Dozza di Bologna. Nei giorni scorsi ha preso carta e penna e ha inviato questa lettera alla redazione di “Liberi dentro – Edu radio”, un programma radiofonico «di informazione, didattica e cultura per il carcere e la cittadinanza», come lo definiscono gli ideatori, che va in onda il sabato alle 11 e domenica alle 18 sulle frequenze di Radio Città Fujiko 103.1 FM.

Iniziato il 13 aprile scorso, in piena pandemia da coronavirus, il progetto di questa “Radio carcere” è nato dal desiderio di non interrompere il servizio culturale, educativo, di assistenza spirituale che da alcuni anni fornisce una rete bolognese formata da alcune realtà esterne che operano in carcere. Il programma ha voluto unire in questi mesi di lockdown, le voci degli insegnanti carcerari (CPIA metropolitano di Bologna), delle associazioni di volontariato (Associazione volontari per il carcere AVOC e Il Poggeschi per il carcere), dei Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale e di diversi rappresentanti delle fedi (il cappellano, l’imam, il vescovo di Bologna) per superare le distanze che separano il carcere dalla società.

 

«Ci siamo ritrovati in quattro, all’inizio sconosciuti, a lavorare in piena pandemia e “a distanza” chiusi e barricati in casa, a registrarci le voci, lavorare alla fonica, montare interviste, assemblare audio-video televisivi per il nostro programma per il carcere e la cittadinanza. “Liberi dentro – Eduradio” nasce così, dai luoghi casalinghi più improbabili che ci possano essere: dall’armadio di camera per assorbire le voci delle bambine dei vicini, alla cucina, alla “libreria in prestito” di un’amica, fino al più fortunato di tutte noi che, almeno, aveva uno studio» spiega Caterina Bombarda conduttrice della trasmissione assieme a Francesca Candioli. Al loro fianco lavorano anche l’autrice alla rubrica di letteratura dal mondo, Serena Dibiase, ed Emmanuele Magli che collabora al montaggio audio-video. «Lo strumento radiofonico è stato scelto proprio perché è l’unico mezzo in grado di far tornare idealmente gli insegnanti e i volontari in carcere e, anche in questo momento, farli sentire quanto più prossimi ai carcerati».

Conclusa la prima edizione del programma (qui è possibile ascoltare i podcast), la redazione di “Liberi dentro” si è messo subito al lavoro per preparare la versione estiva del programma che ha preso il via il 4 luglio e proseguirà fino al 18 settembre.

 

«Il nostro sforzo – prosegue Bombarda – sarà quello di occupare questo interstizio estivo con un programma in grado di offrire sì la didattica, ma anche rubriche di passatempo. Tra le novità previste in palinsesto vi sono rubriche culturali per esempio sulla letteratura e sul galateo arabo. Ma verranno trasmessi anche contenuti spirituali come i messaggi dell’arcivescovo Matteo Zuppi, che già ha partecipato alla prima edizione del programma, dell’imam, e del cappellano del carcere don Marcello Mattè. Non mancheranno inoltre spunti e consigli di lettura, come la rubrica “Itinerari tascabili” a cura delle Edizioni Dehoniane Bologna, dove verranno scelti di volta in volta libri in formato tascabile che hanno al centro tematiche etiche». Tra le novità anche il “Radiodramma”, una pillola dedicata al teatro a cura de I Teatri del Sacro, la rassegna biennale di teatro dedicata ai rapporti fra scena e spiritualità, nata su iniziativa della Federazione gruppi attività teatrali (FEDERGAT) in collaborazione con Associazione cattolica esercenti cinema (ACEC).

 

«In fondo – scrive Pasquale in una lettera inviata alla redazione di “Radio Dozza” – nella vita siamo tutti uguali e chissà se un giorno nascerà anche un’emittente radiofonica anche in carcere!».

Paolo Tomassone

Giornalista

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