«Piuttosto opaca». Fu questo il commento che a fine ottobre 2019 il segretario di stato, card. Pietro Parolin, rilasciò ai giornalisti a proposito di un’operazione immobiliare a Londra sulla quale le indagini della magistratura vaticana erano da poco divenute pubbliche. È citato dalla gran parte delle fonti che riportano il comunicato con il quale la Sala stampa della Santa Sede, alle 20 di ieri, ha dato la seguente notizia: «Oggi, giovedì 24 settembre, il santo padre ha accettato la rinuncia dalla carica di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e dai diritti connessi al cardinalato, presentata da sua eminenza il cardinale Giovanni Angelo Becciu».

Per quanto presi alla sprovvista, anche a motivo dell’orario irrituale in cui è uscita la comunicazione, i primi resoconti e commenti hanno subito ipotizzato un legame tra la decisione – che formalmente è del card. Becciu ma di fatto è di papa Francesco – e quell’investimento londinese: l’acquisto di un immobile in Sloane Avenue 60. Secondo alcune fonti il costo complessivo è stato di 300 milioni e i fondi utilizzati per l’operazione sono stati in parte attinti dall’Obolo di San Pietro.

Di tale investimento è stata protagonista infatti la Sezione per gli affari generali della Segreteria di stato, dove il card. Becciu ha ricoperto la massima carica – quella di «sostituto» – dal 2011 al 2018 (dunque a cavallo di due pontefici). In più, il settimanale L’Espresso, che già sull’acquisto in Sloane Avenue aveva pubblicato nel 2019 un’inchiesta, nel numero uscito oggi riferisce di altri finanziamenti erogati da Roma sotto il controllo del card. Becciu ma a favore di diverse attività economiche facenti capo ai suoi tre fratelli.

 

Qui su Re-blog il commento di Gianfranco Brunelli a quanto sta accadendo.

Guido Mocellin

Giornalista

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