Non so se stiamo assistendo a una scena grottesca o a un dibattito dell’assurdo. Con una media di 600 morti al giorno da diverse settimane il quesito sull’apertura delle piste da sci, sulle vacanze natalizie sulla neve, somiglia davvero a qualcosa di incredibile.

In parallelo il ministro Speranza ci ha fatto sapere per tempo che non si faranno eccezioni per la messa di Natale. Per la messa di mezzanotte.

Le due cose non stanno assieme, ma tuttavia la coincidenza dei due avvenimenti suscita qualche riflessione. Il mondo cristiano, in particolare quello italiano, non ne farà una questione di principio. Sarebbe anche qui tornare all’assurdo: di celebrare il segno divino della vita nella condizione rischiosa di procurare la morte. Ma ci vorrebbe almeno il senso delle proporzioni e del rispetto per la fede religiosa. Non se ne fa una questione di principio per la fede dal momento che il Dio cristiano del Natale è un Dio che nella sua umanità si fa vicino a ciascuno e al destino di questo mondo. Un evento che, per chi crede, rischiara la notte, la nostra notte fredda e talora terrificante. Quella notte diviene notte santa. E dunque l’orario in cui si celebrerà la nascita di Gesù ha poca importanza. Ma come società laica salviamo almeno il senso dell’umano. Coloro che muoiono meritano almeno le parole del nostro rispetto e della nostra pietà e non le chiacchiere di un dibattito assurdo.

Gianfranco Brunelli

Direttore de “Il Regno”

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