È la parola «crisi» il denominatore dell’ultimo numero di Regno-Attualità, scritto a pochi giorni dall’insediamento del governo Draghi (qui l’editoriale di Gianfranco Brunelli, e qui un approfondimento sul Recovery Fund a firma di Carlo Battistini) e dalla profonda disamina effettuata da papa Francesco nel discorso alla Curia di dicembre e in quello al corpo diplomatico dello scorso 8 febbraio.
La pandemia ha innescato processi di ripensamento non solo in campo sanitario (Salvino Leone firma un articolo sull’esitazione vaccinale in Italia), ma anche in quello economico-globale, dove si registrano fortissime disuguaglianze (come ha evidenziato un rapporto di Oxfam), nel quadro politico internazionale, statunitense in primis, e nel resto del mondo.
E anche in campo cattolico, dove sono venuti alla luce alcuni snodi irrisolti. Per questo vale la pena riandare al metodo con il quale il Vaticano II – lo ha ricordato il papa recentemente, mentre caldeggiava un sinodo per l’Italia – ha affrontato uno di questi, forse il più difficile: quello che riguarda il come affrontare disuguaglianze e diversità di pensiero all’interno della comunità ecclesiale (come ha scritto J. Komonchak nello studio del mese “Diversità e disaccordo nella Chiesa”). La crisi ha squarciato il velo e ora sono evidenti i compiti che ci stanno di fronte: saremo all’altezza?
In questo numero della rivista abbiamo dato alcune possibili risposte.
