La ribalta alla quale il martoriato Iraq è stato portato dal viaggio del papa sta tutta nel selfie delle giovani raccontato dall’obiettivo di Gianmarco Maraviglia e dalle parole di Laura Silvia Battaglia, inviati nella terra dei due fiumi. Definito un «miracolo», il viaggio segna un punto a favore della silenziosa e alacre diplomazia vaticana – erede delle tessiture e dei rapporti dei tanti Etchegaray, Tauran, Silvestrini… – e dà visibilità alla vita sofferta dei cristiani orientali, ricchezza ignota per lo più ai latini. Come scrive Claudio Monge nel n. 6 di Regno-Attualità, Francesco ha potuto recarsi, in quanto «penitente e pellegrino di fede e di pace», in una terra tutt’altro che pacificata, ma nella quale una parola di fraternità tra credenti è possibile. Anche grazie a incontri come quello con al-Sistani «si sono compiuti infatti i primi passi» – osserva Piero Stefani – di una «teologia della fratellanza». Tema approfondito nello Studio del mese da Kurt Appel che propone l’«alterità fraterna» come bene comune per ebraismo, cristianesimo e islam.
In questo numero della rivista il direttore Gianfranco Brunelli firma un aggiornamento sulla situazione politica italiana, dal titolo «Un altro segretario non basta».
Viene inoltre anticipato l’ultimo libro del teologo tedesco Christoph Theobald su «La fede ospitata. Credere nell’attuale contesto europeo». Nei cinque capitoli di questo libro – come spiega l’autore – «abbiamo percorso un lungo cammino. Lo abbiamo fatto perché una concezione contemporanea della fede, come l’abbiamo annunciata fin dall’inizio, può essere articolata in modo credibile solo se resta capace di apprendimento durante il suo stesso processo. Ma l’apprendimento richiede tempo!».
Nella rubrica “Sulle spalle dei giganti” curata da Marco Vergottini (qui una sua intervista) questo mese viene presentata la figura di Achille Ardigò di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. È stato – come scrive Fulvio De Giorgi – un «intellettuale cattolico democratico “militante”: con un’impegnativa milizia, cioè, sul piano della ricerca scientifica (in sociologia), sul piano civile e sul piano ecclesiale. Milizia, aggiungerei, radicalmente laica, senza ombre d’integralismo, eppure che ha il suo fondamento di senso nella fede cristiana».
