L’elezione di Donald Trump alla presidenza ha trovato un terreno fertile negli Stati Uniti, ‘feriti’ da alcuni fenomeni degli ultimi decenni. Secondo Anna Camaiti Hostert, docente di Filosofia all’Università di Chicago e Los Angeles, che ha tenuto una relazione alla Scuola di Politica del Regno a Camaldoli dal titolo “Pulp fiction. Com’è cambiata la società americana negli anni di Trump”, l’America deve tentare di recuperare i valori persi negli ultimi decenni.
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«Il fenomeno Trump è difficile da spiegare – ha spiegato Anna Camaiti Hostert, docente di Filosofia all’Università di Chicago e Los Angeles -. E’ un fenomeno che arriva dopo tre fatti fondamentali: l’11 settembre e la scoperta da parte degli americani di non essere una democrazia diversa da come si pensavano; la crisi finanziaria del 2008 che ha messo in ginocchio la classe media che si è fortemente impoverita; e la reazione bianca, sempre nel 2008, all’elezione del primo presidente afro-americano».
Questi tre elementi creano da un lato frustrazione e dall’altro paura, secondo la docente americana che ha citato il fenomeno del «Law abiding citizen», di chi diceva «io obbedisco alla legge e quindi ci riesco»: una speranza disattesa che ha creato «una frustrazione e una paura legata al razzismo sepolto nel DNA degli Stati Uniti emersa» negli anni. «Questi tre elementi, queste paure e queste frustrazioni hanno trovato in Trump un coagulo che gli ha permesso di essere eletto perché ha fatto credere di poter riportare il paese a una grandezza che immaginavano gli appartenesse».
Trump, che già possedeva importanti mezzi di comunicazione (come il canale televisivo Fox News) ha saputo utilizzare strumentalmente le nuove tecniche comunicative dei social media e attraverso di loro creare per la prima volta un processo di falsificazione della realtà.
«Occorre osservare – ha concluso Camaiti – che la libertà e la professionalità dei media americani, in particolare del giornalismo d’inchiesta (pensate al Watergate) in questi decenni si è consumato ed è andato perduto. L’America ha bisogno di recuperarlo. Non sono in grado di dire se ce la possa fare».
