La chiusura dell’anno civile è sempre un tempo di bilanci: riandare ai principali fatti trascorsi consente di vederli nel loro insieme e dare loro una prospettiva. Anche per cogliere che l’anno che sta per finire non ha avuto come unico protagonista il COVID.

Nel numero 22 di Regno-Attualità (l’ultimo per il 2021) ne sono stati affrontati alcuni: c’è infatti la questione ambientale, l’impegno delle Chiese nel cammino di riforma indicato da papa Francesco, la politica (come per esempio il dibattito intorno alla prossima elezione del presidente della Repubblica), l’economia, i nuovi equilibri di potere a livello internazionale.

 

Rapporto CIASE. L’eco, i fatti.

La presentazione del Rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (CIASE) il 5 ottobre scorso (cf. Regno-att. 20, 2021, 552; Regno-doc. 19, 2021, 615) ha provocato molte reazioni sia in Francia sia Oltralpe, intrecciando piano civile ed ecclesiale. Avendo infatti allargato la portata dell’analisi a tutta la popolazione e paventando cifre piuttosto consistenti del fenomeno, il testo ha aperto un dibattito che ha portato a sensibili spaccature.

Il segnale si è percepito quando – a parte le subitanee dimissioni, all’indomani della presentazione del Rapporto, della nuova portavoce della Conferenza episcopale, Karine Dalle, nominata a settembre dal precedente incarico nell’arcidiocesi di Parigi – l’annunciato incontro tra il papa e il presidente della Commissione, Jean-Marc Sauvé, è stato prima cancellato (il 26 novembre, proprio il giorno dell’udienza di Macron in Vaticano) e poi riprogrammato, dopo la visita al papa di una delegazione della Conferenza episcopale francese il 13 dicembre.

Chi si è scagliato contro le risultanze del Rapporto è stato un gruppo di intellettuali dell’Accademica cattolica francese, che il 27 novembre ha pubblicato un documento fortemente critico, inviato tramite il nunzio anche al papa. (Continua a leggere…)

 

Complottismo. Forse è falso, ma dice il vero.

Diversi analisti hanno richiamato l’attenzione sull’attuale diffusione di una lettura cospirazionista della realtà. Per la verità – come ricorda lo storico Daniele Menozzi – si tratta di uno schema interpretativo degli eventi che ha una lunga storia: basta pensare all’accusa rivolta già nel primo secolo dai pagani ai cristiani di complottare per sostituire all’Impero romano un nuovo ordine politico e sociale. Ma non c’è dubbio che alcune recenti vicende hanno reso il fenomeno particolarmente appariscente, ampio e inquietante. (Continua a leggere…)

 

Fine vita. Morte terapeutica?

Sull’ultimo numero di Regno-Attualità, Luciano Eusebi, professore ordinario di Diritto penale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, firma un articolo a seguito del recente caso nelle Marche e della ripresa del dibattito
parlamentare sul tema legato al “fine vita”.

Oggi nessuno sostiene logiche di cosiddetto accanimento terapeutico e, come mai prima, siamo in grado di liberare il paziente dal dolore anche nelle fasi estreme di malattia. La legge n. 219/2017 esige, del resto, il consenso del paziente a qualsiasi trattamento sanitario, compresa la sua prosecuzione. Esige, inoltre, che siano assicurate sempre le cure palliative, che nei casi limitati in cui ciò sia necessario possono ricomprendere, in fase terminale, anche la sedazione profonda. C’è da chiedersi, allora, perché proprio oggi si va percorrendo la strada dell’agire per dare la morte al malato, anticipandola rispetto al suo prodursi naturale. E non è affatto vero che la non condivisione di questa strada risponda a impostazioni conservatrici o confessionali. (Continua a leggere…)

 

Martini e la notte oscura. L’eredità del cardinale.

Il morire come «resa piena e definitiva della creatura umana all’amore di Dio»; l’oscurità infernale come una prospettiva sulla quale egli «non ha mai chiuso il sipario finale». La ricchezza del magistero del card. Carlo Maria Martini, che a nove anni dalla morte continuiamo a considerare «un padre della Chiesa», si riverbera anche nelle sue parole sulla morte e sull’inferno, ampiamente esplorate da due saggi di Giovanni Giudici e di Gianfranco Ravasi tratti dal volume “La settima stanza del cardinale”, pubblicati nello Studio del mese dell’ultimo numero di Regno-Attualità.
Il testo del card. Ravasi, che commenta un brano di Martini a proposito dell’inferno tratto dalle Conversazioni notturne a Gerusalemme, attinge a numerose altre pagine dell’arcivescovo di Milano sul tema, mostrandone la grande coerenza interna. In quello di mons. Giudici, che origina da un passo della Cattedra dei non credenti, sono presenti anche eloquenti tratti biografici, a partire da un «Dio si è dimenticato di me» mormorato da Martini pochi mesi prima di morire. Nello stesso testo, si fa menzione anche agli incontri cui il card. Martini partecipava a San Gallo, incontri assai diversi dalle «testi complottarde» talora reiterate nella nella pubblicistica tradizionalista, come spiega Gianfranco Brunelli nel suo articolo
 
 

Indici e bilanci

Grazie anche alle rubriche di Luigi Accattoli, Piero Stefani e Mariapia Veladiano, ai Libri del mese, alla rubrica «Sulle spalle dei giganti» (che questo mese è dedicata a Italo Mancini), al Diario ecumenico e all’Agenda vaticana, allo Studio del mese, la rivista è un ricco serbatoio di stimoli e riflessioni su questo nostro complesso tempo.

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