L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, «che aveva già portato a forti tensioni sui mercati del gas metano e del petrolio», ha prodotto anche per l’Italia uno scenario «molto complesso, che spazia da temi più strettamente economici e congiunturali a temi che rimandano a fenomeni con implicazioni nel lungo periodo (dalla transizione demografica alla transizione energetica ed ecologica a quella digitale)».
Il dossier che ormai da alcuni anni, prima dell’estate, è a firma di Stefania Tomasini, senior partner e head of Economic Analysis and Forecasting di Prometeia, delinea «qualche elemento di documentazione e riflessione circoscritto alle implicazioni economiche, già queste molte e articolate», partendo dalla situazione congiunturale prima dell’invasione dell’Ucraina, valutando successivamente i possibili canali di trasmissione dell’impatto della guerra.
Nell’analisi che si può leggere nell’ultimo numero della rivista vi sono alcune considerazioni sulle possibili implicazioni nel più lungo periodo, incentrate su una domanda fondata e meritevole d’attenzione per il futuro del paese e non solo: «L’eccezionalità della doppia crisi rappresentata dalla pandemia, prima, e dalla guerra in Europa, ora, rischia di porre fine a questo lungo periodo di stabilità dei prezzi?».
Un’inaspettata ripresa prima del 24 febbraio
Crisi dopo crisi, «ci aspettano dunque tempi in cui affrontare trasformazioni profonde, dove l’Europa potrà giocare un ruolo da protagonista del cambiamento, come sta facendo con la transizione verso la neutralità climatica, solo se saprà guardare con lungimiranza agli interessi di tutti più che a quelli del singolo paese».
«Fino al 24 febbraio scorso – si legge in apertura di questo “studio del mese” – sembravano esservi le condizioni per lasciarsi finalmente alle spalle i due lunghissimi anni di pandemia e per ripartire. La variante Omicron del COVID-19, che sul finire del 2021 aveva nuovamente messo in allarme il paese e portato alla reintroduzione di misure di distanziamento sociale, sembrava essere sotto controllo e il ripiegamento del numero di ospedalizzazioni faceva sperare che a breve il COVID-19 potesse diventare un virus che non sparisce ma col quale si convive (cf. Regno-att. 12,2021,395; 8,2020,247)».
«Contemporaneamente, come in molte aree del mondo, anche in Italia l’attività economica (misurata dal PIL) era tornata non lontana dai livelli pre-crisi»
Con la guerra, uno scenario molto complesso
«Ma l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che covava da tempo e che aveva già portato a forti tensioni sui mercati del gas metano e del petrolio, ha fatto precipitare il mondo nell’incubo di una guerra nel cuore dell’Europa. Un’invasione con conseguenze drammatiche per le popolazioni coinvolte innanzitutto, ma anche per le implicazioni economiche e geopolitiche nel breve e nel più lungo termine».
«Uno scenario quindi molto complesso, che spazia da temi più strettamente economici e congiunturali a temi che rimandano a fenomeni che guardano al lungo periodo (dalla transizione demografica alla transizione energetica ed ecologica a quella digitale), nei quali non può più essere trascurato il rilievo che potranno esercitare possibili tensioni geopolitiche».
«Qui fornirò qualche elemento di documentazione e riflessione circoscritto alle implicazioni economiche, già queste molte e articolate, del tempo che stiamo vivendo, partendo dalla situazione congiunturale prima dell’invasione dell’Ucraina (prima parte), valutando i possibili canali di trasmissione dell’impatto della guerra (seconda parte), per chiudere con alcune prime considerazioni sulle possibili implicazioni nel più lungo andare (terza parte)».

Maria Elisabetta Gandolfi
Caporedattrice attualità per “Il Regno”