Di fronte alla grave e immotivata crisi politica aperta dal Movimento 5 stelle sia il Segretario di Stato Vaticano, cardinal Pietro Parolin, sia il presidente della CEI, cardinal Matteo Zuppi sono intervenuti (leggi i testi qui sotto) a stigmatizzare i rischi di avventurismo. E’ questo uno di quei casi in cui scelte piccole e opportunistiche come quelle di Conte e di ciò che rimane del suo movimento mettono a serio rischio il bene comune e la tenuta economica, sociale e democratica del nostro Paese.
Di fronte a «sfide epocali» e simultanee, come ha richiamato il Segretario di Stato Vaticano, che riguardano la grave situazione economica, la ripresa della pandemia, la guerra in Europa, la crisi ambientale, aprire una inesistente crisi politica per motivi elettorali significa non avere alcuna considerazione dell’interesse generale del Paese.
Il governo Draghi ha dato e sta dando risposte su tutti e quattro i livelli della crisi, è stato ed è un punto di equilibrio e di tenuta dell’Unione europea e del suo rapporto con gli Stati Uniti. Una crisi italiana diventerebbe una crisi europea, e una crisi europea sbilancerebbe i rapporti con l’importante alleato americano.
Destabilizzare i paesi democratici è il disegno di Putin per vincere la guerra in Ucraina e per determinare i nuovi assetti internazionali. Scelte come quella di Conte e dei suoi sostenitori lasciano aperta la domanda circa quali interessi egli voglia fare. Non certo quelli del Paese. (G.B)
Parolin: ci sono sfide epocali, ora occorre stabilità
«Dobbiamo metterci tutti a lavorare insieme. E non dividerci». Al cardinale Pietro Parolin è stato chiesto di rivolgere un appello diretto alla responsabilità dei politici italiani e dalle colonne del Corriere della Sera, in occasione della presentazione del libro “Il senso della sete” di Fausta Speranza, il segretario di stato della Santa Sede non si è sottratto.
«Credo che nello scenario attuale più un governo è stabile più riuscirà a fare fronte alle tante sfide che si pongono e che sono davvero epocali, che nessuno poteva immaginare».
Il segretario di stato della Santa Sede si è rivolto complessivamente al destino politico del nostro Paese. Che vive un momento di sfide epocali che, ha sottolineato, non si potevano prevedere. «Anche questa guerra nessuno poteva immaginarla – ha aggiunto il card. Parolin -. Dal conflitto poteva derivare una crisi generalizzata, alimentare o energetica, quindi evidentemente quando c’è qualcuno che ha in mano le redini della situazione, pur con tutte le difficoltà che ci sono, perché nessuno ha la bacchetta magica, i problemi si affrontano e, in questo senso, la stabilità di governo aiuta».
Card. Zuppi: ci auguriamo uno scatto di responsabilità
«Guardiamo con grande preoccupazione alla situazione politica che si sta determinando e che rischia di sovrapporsi ad una fase di crisi più generale che sta già incidendo in modo pesante sulla vita delle persone e delle famiglie. La guerra in Ucraina e le sue temibili conseguenze; l’inflazione a livelli eccezionali che richiede continuità e tempestività di interventi urgenti; le pandemie che non smettono di colpire; il lavoro mortificato dalla precarietà e dalla generale incertezza sono elementi che impongono chiarezza di decisioni e una forte concertazione con le parti sociali e con l’Europa. Il confronto dialettico e il pluralismo sono una ricchezza irrinunciabile della democrazia ancora di più in vista delle prossime naturali scadenze elettorali, ma in un momento come questo conviene avvenga nel massimo della convergenza e della stabilità per terminare l’avvio di interventi decisivi sui quali da mesi si sta discutendo e che condizioneranno i prossimi anni. Per questo ci auguriamo che vi sia uno scatto di responsabilità in nome dell’interesse generale del Paese che deve prevalere sulle pur legittime posizioni di parte per identificare quello che è necessario e possibile per il bene di tutti».
