Il contributo della rivista a come riformulare una possibile risposta alla «terza questione cattolica» in un tempo segnato da una secolarizzazione profonda, da elezioni periodizzanti, dalla guerra.

La terza questione cattolica

«Si torna a parlare di “questione cattolica”» – scrive il direttore della nostra rivista Gianfranco Brunelli nell’editoriale del numero in uscita (lo si può leggere sul sito della rivista e anche qui su Re-blog). «Stancamente. Con le categorie proprie della lunga e positiva stagione del cattolicesimo politico. Quella stagione si è conclusa con la fine della Democrazia cristiana (DC). Quel mondo non c’è più».

Finita la DC, fallita l’idea dell’Ulivo, dobbiamo fare i conti con la fine del cosiddetto «mondo cattolico» che né il «progetto culturale» né i due pontificati successivi sono riusciti a modificare. Non si tratta di ripensare alla presenza dei cattolici in politica in quanto tali. È invece tempo per rimettere mano alla «terza questione cattolica» (ne parla anche Il Foglio di oggi qui), chiamata in causa dalla «totale secolarizzazione della società» (come sottolinea anche Sergio Belardinelli qui).

 

Da dove ripartire

La terza questione cattolica – continua Brunelli – «è propriamente una questione religiosa e culturale, che implica il confronto tra riferimenti morali e valoriali diversi presenti nella società, anche in presenza di altre religioni e dei valori di cui sono portatrici. È una questione che si riferisce alla società nel suo complesso, al cambio antropologico radicale in atto – a differenza della prima che aveva un carattere istituzionale ed era in capo alle classi dirigenti e alla seconda che in quanto politica era delegata soprattutto al ceto politico –. Qui occorre ripartire complessivamente da una prima evangelizzazione o alfabetizzazione della fede. In una società genericamente cristiana, ma di fatto indifferente, la sfida religiosa (o per meglio dire della fede) è posta al primo posto. La Chiesa, come aveva intuito il card. Carlo Maria Martini, deve ripartire da Dio».

È quindi necessaria una prima «ri-alfabetizzazione», ha ribadito il direttore in una recente intervista ad Avvenire. Questa «ri-alfabetizzazione» dice anche relazione a un panorama politico nazionale profondamente modificato dalle recenti elezioni che «rimettono in discussione tutte e tre le grandi “questioni” del Novecento italiano»: quella post-comunista, quella post-fascista e, appunto, quella cattolica.

E a un panorama internazionale segnato da una guerra – quella di Putin all’Ucraina – che rilancia i temi fondamentali del rapporto tra democrazia e autocrazie.

 

Percorsi di ri-alfabetizzazione

Il contributo culturale che la rivista vuole dare si esprime anche nei «percorsi di cultura politica» che si celebrano ogni anno presso la Foresteria del monastero di Camaldoli, pensati – a partire dall’attualità ma in senso molto ampio – proprio per rispondere a questa necessaria ri-alfabetizzazione.

Dopo l’edizione del 2019 su «Le radici della crisi attuale. Rivoluzioni e totalitarismi» (i cui atti sono stati pubblicati nell’Annale Chiesa in Italia 2020); dopo l’edizione del 2021 dedicata a «Le metamorfosi della democrazia» (i cui atti sono stati pubblicati nell’Annale Chiesa in Italia 2022), quella che si apre giovedì prossimo, 29 settembre, mette a tema «La coscienza e il potere. Forme e figure della politica».

Vi saranno relatori di prim’ordine: Ester Abbattista, Piero Stefani, Laura Boella e Luciano Eusebi; Alberto Orioli e Aristide Fumagalli; Sergio Givone e Pierpaolo Portinaro; Luciano Violante e Kurt Appel; Stella Morra e Paolo Legrenzi.

È possibile partecipare al convegno anche on-line: iscrizioni e informazioni qui a fondo pagina.

Per gli ultimi posti in presenza disponibili contattare la Foresteria del Monastero di Camaldoli allo 0575 556013.

Maria Elisabetta Gandolfi

Maria Elisabetta Gandolfi

Caporedattrice Attualità per “Il Regno”

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