Contrastano fortemente con le parole e i gesti di papa Francesco e degli altri intervenuti all’incontro di preghiera per la pace con i leader cristiani e delle religioni mondiali «Il grido della pace», organizzato a Roma dal 20 al 22 ottobre scorso dalla Comunità di Sant’Egidio, quelle pronunciate dal patriarca ortodosso di Mosca Cirillo dall’inizio della guerra a oggi. Daniela Sala ne ha ripreso i passaggi salienti in un articolo comparso sul n. 18 di Regno-Attualità, che riproponiamo qui integralmente (G.Mc).

Tra metafisica e geopolitica

Negli oltre sette mesi dall’aggressione della Federazione russa all’Ucraina, le affermazioni del patriarca ortodosso di Mosca Cirillo hanno spesso fatto i titoli di prima pagina per la loro aperta parzialità nel giustificare religiosamente l’azione militare russa.

Il 6 marzo 2022, elevando la guerra contro l’Ucraina a una guerra metafisica del bene contro il male, simboleggiato dalla libertà di tenere i Gay pride nei paesi occidentali, il patriarca ha affermato: «Quello che oggi sta accadendo nell’ambito delle relazioni internazionali non ha soltanto un significato politico. Si tratta di qualcos’altro e di ben più importante della politica. Si tratta della salvezza degli esseri umani, di dove l’umanità si troverà: alla destra o alla sinistra di Dio salvatore, che viene nel mondo come giudice e retributore» (Regno-doc. 7,2022,242).

Qualche giorno dopo, il 9 marzo, nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, ha detto: «Il tema delle relazioni russo-ucraine oggi è diventato parte della grande politica o, come si dice oggi, della geopolitica. E uno degli obiettivi di questa geopolitica è indebolire la Russia, che è diventata un paese forte e molto potente. Ma quanto è vile e spregevole usare una nazione fraterna per raggiungere questi obiettivi geopolitici! È terribile mettere questo popolo contro i suoi fratelli! È terribile armarli per farli combattere contro i loro fratelli di sangue e di fede!» (bit.ly/3CwAoTS, in russo).

 

I militari siano fedeli al giuramento

Per il ripristino della pace ha fatto appello ai fedeli perché invochino l’intercessione della vergine Maria Theotokos, il 16 marzo: «Oggi stiamo attraversando un periodo storico difficile: tutti i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni e le nostre preghiere sono legate agli eventi in corso in Ucraina. Ma anche nei momenti più difficili delle prove, il nostro popolo ha cercato l’aiuto della santissima Theotokos, che è sempre stata una zelante interceditrice della Santa Rus’ (…) Rivolgiamo i nostri occhi e i nostri sospiri alla zelante avvocata dei cristiani, affinché attraverso la sua incessante intercessione materna il Signore rivolga la sua misericordia verso i nostri popoli e conceda una pace forte e inarrestabile» (bit.ly/3yFZ4Io, in russo).

Il 3 aprile il patriarca di Mosca ha celebrato la divina liturgia nella nuova e magnifica cattedrale della Risurrezione, il tempio principale delle Forze armate della Federazione russa. Dopo la liturgia ha tenuto il suo discorso (bit.ly/3CX59T5, in russo), in cui dichiarava tra l’altro: «Come nel Medioevo, volendo indebolire la Russia, varie forze hanno spinto i fratelli l’uno contro l’altro, facendoli precipitare in lotte intestine, così sta accadendo oggi. Pertanto dobbiamo fare tutto il possibile per fermare lo spargimento di sangue ed evitare il pericolo di lotte intestine con tutte le loro conseguenze. Ma allo stesso tempo dobbiamo essere fedeli – quando dico “noi”, intendo innanzitutto i militari – al nostro giuramento e alla nostra disponibilità a “dare la vita per i nostri amici”, come testimonia la parola di Dio».

 

Chi frena l’Anticristo?

Il 7 aprile, festa dell’Annunciazione, Cirillo ha celebrato la liturgia nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, e al termine ha pronunciato un discorso in cui ha lanciato un appello per l’unità della Chiesa: «La nostra preghiera oggi – ha detto – è che l’unità spirituale della terra di Rus’ sia preservata. E perché forze esterne si sono sollevate sulla terra di Rus’? Perché cercano di distruggerla, di dividerla, di mettere fratello contro fratello? Nella Scrittura si parla di una certa forza che frena la venuta dell’Anticristo nel mondo. L’apostolo non dice di che tipo di forza si tratti, e alcuni hanno pensato che si trattasse dello stato romano, che, pur essendo pagano, manteneva ancora un certo ordine. Alcuni pensavano che fosse la Chiesa, che fosse lei a mantenere l’ordine. E giustamente la Chiesa impedisce alle persone di perdere i loro orientamenti di vita. Ma è anche tutta la gente pia di tutti i tempi e di tutti i popoli, questa è la fede ortodossa, che vive e agisce nella Chiesa ortodossa. Questa è la forza che trattiene, e non è un caso che tutte le frecce acuminate e avvelenate di coloro che cercano di dividere la Chiesa, di comprometterla, di allontanarla dal popolo siano oggi dirette contro questa forza» (bit.ly/3S2MaL6, in russo).

 

Stiamo costruendo i templi di Dio

Consacrando la cattedrale Spassky rinnovata a Penza (quella originale era stata distrutta dai comunisti nel 1934), ha detto: «Da nessuna parte, né in Europa né in America, si costruiscono nuove chiese, la gente non ne ha più bisogno. Si chiudono, si ristrutturano e a volte, al posto dei templi, compaiono discoteche e altre strutture d’intrattenimento. E noi, con orrore del mondo stesso che non può capirci, stiamo costruendo i templi di Dio. Siamo la Russia del XXI secolo. Non è questo un miracolo di Dio? Noi, che siamo passati attraverso tutte queste persecuzioni, attraverso tutta questa ideologia atea, come popolo siamo risorti e stiamo costruendo chiese, e un sentimento di amore per la patria sta crescendo in noi. E vediamo come i nostri giovani ora difendono la Russia sul campo di battaglia. I nostri sacerdoti, che si occupano dei nostri soldati, mi raccontano di esempi straordinari di coraggio, abnegazione, capacità di dare la vita per i propri amici. Da dove viene? Non da un alto stipendio, non dall’incoraggiamento delle autorità, non dal desiderio di avanzare nel servizio, ma da un sentimento morale interiore, cresciuto dalla fede ortodossa» (bit.ly/3CDI7PV, in russo).

Il 21 giugno il patriarca russo ha visitato un ospedale militare, dove mostrando un’icona dell’arcangelo Michele ha dichiarato: «È molto importante che i nostri militari, il nostro esercito siano sempre dalla parte del bene. Questo non solo fornirà loro il pieno sostegno del popolo, ma senza dubbio li aiuterà a ottenere il sostegno divino in risposta alla loro impresa, con il potere del Divino, attraverso il santo arcangelo di Dio Michele».

 

Morire in guerra, sacrificio salvifico

E ai soldati feriti ha detto: «Pertanto, ci inchiniamo davanti a tutti voi, rendendoci conto che siete andati incontro alla morte, difendendo la vostra patria. E quanto più una persona si dona agli altri, tanto più riceve da Dio» (bit.ly/3VwJcl4, in russo).

Recentemente, il 25 settembre, il patriarca Cirillo ha celebrato la divina liturgia per la festa della Natività della Theotokos nel monastero di Sant’Alessandro Nevskij, presso Peredelkino, che si trova vicino alla sua residenza di campagna ed è il luogo in cui Cirillo ha celebrato la liturgia nei periodi di isolamento durante la pandemia.

La parte dell’omelia che ha ricevuto maggiore attenzione è la seguente: «Sappiamo che oggi molti muoiono sui campi della guerra intestina. La Chiesa prega affinché questa guerra finisca al più presto, affinché il minor numero possibile di fratelli si uccida a vicenda in questa guerra fratricida. E allo stesso tempo, la Chiesa è consapevole che se qualcuno, spinto dal senso del dovere, dalla necessità di adempiere a un giuramento, rimane fedele alla sua vocazione e muore nell’ambito del dovere militare, allora commette senza dubbio un atto che equivale a un sacrificio. Si sacrifica per gli altri. E quindi crediamo che questo sacrificio lavi tutti i peccati che una persona ha commesso» (bit.ly/3D2q2fK, in russo).

Sala

Daniela Sala

Caporedattrice Documenti per “Il Regno”

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