«Questa mattina – si poteva leggere il 25 novembre sul sito della Queriniana – si è spento serenamente nella fede p. Rosino Gibellini (22 luglio 1926 – 25 novembre 2022). L’editrice Queriniana ricorda con gratitudine, stima e affetto colui che è stato suo promotore e direttore letterario per lunghi anni. Dell’editrice egli ha segnato il cammino, radicato nella tradizione, e la visione, aperta al futuro. Teologo noto a livello internazionale, egli ci lascia nelle sue molte opere una eredità che non si spegne. Ora è giunto là dove si sapeva atteso». Il 28 novembre, a Brescia, si sono svolte le esequie.

Dottore in Teologia (Università Gregoriana, Roma) e in Filosofia (Università Cattolica, Milano), è stato direttore letterario dell’editrice Queriniana (Brescia), dove ha fondato e diretto, in particolare, le collane: «Giornale di teologia» (1966) e «Biblioteca di teologia contemporanea» (1969), con cui si è proposto di aprire la teologia e la cultura italiana al pensiero teologico internazionale.

 

Nell’archivio del Regno

 È autore di studi su Teilhard de Chardin, Moltmann, Pannenberg. Tra le sue più recenti pubblicazioni: La teologia del XX secolo (1992, 20076, edizione aumentata); ha edito i volumi in collaborazione: Dio nella filosofia del Novecento (1993, 2004²) e Prospettive teologiche per il XXI secolo (2003, 2006²), nonché Breve storia della teologia del XX secolo (2008) e Antologia del Novecento teologico (2011). Nell’archivio de Il Regno, che ha sempre seguito con apprezzamento ed empatia l’attività della Queriniana, sono custoditi più di una sessantina di articoli a sua firma, dei qual una parte rilevante è dedicata alla «teologia degli oppressi» di molte parti del mondo. L’ultimo suo contributo risale al 2016, e si intitola «Dio c’entra. Dai primi allarmi sulla crisi ambientale alla Laudato si’ di papa Francesco». Ne riproponiamo qui alcuni stralci (MEG – GMc).

Conoscere la natura a partire da Dio

Il pittore francese Paul Cézanne ha scritto: «La natura non è alla superficie, ma nella profondità, i colori sono l’espressione di questa profondità alla superficie, essi salgono dalle radici del mondo». Come dire che la fotografia è sempre fotografia della superficie, ma è la pittura come arte dei colori a dischiudere la profondità del mondo. Analogamente, si potrebbe dire che la teologia, interpretando il mondo come «creazione di Dio», ne svela la profondità, inserendolo nell’orizzonte della gloria di Dio e del suo donarsi.

La trattatistica teologica, prima di quella che va sotto il nome di «crisi ecologica» scoppiata agli inizi degli anni Settanta con l’allarmante dossier del Club di Roma, I limiti dello sviluppo (1972), quando trattava della natura, poneva il problema (sempre valido) di come si possa conoscere Dio a partire dalla natura. Ma, ora, la prospettiva cambia e il problema diventa come si possa conoscere la natura a partire da Dio: la dottrina della creazione assume nuovi connotati e diventa dottrina ecologica della creazione. (…)

 

Un fascicolo di Concilium

A partire dalla Conferenza ecologica di Rio de Janeiro (1992) anche la teologia che si elabora nel Terzo mondo ha assunto il tema ecologico, anche se con una modalità propria, come risulta dal fascicolo della rivista internazionale di teologia Concilium, dedicato al tema «Ecologia e povertà: grido della terra, grido dei poveri» (n. 5, 1995).

La crisi ecologica conferma molti studi della teologia emersa nel Terzo mondo nelle sue analisi della crisi del senso profondo del nostro sistema di vita, del nostro modello di società e di sviluppo: «Dobbiamo accogliere il problema sorto nella coscienza dei paesi ricchi, dargli un’altra versione e anche una soluzione diversa nell’interesse di tutti gli esseri umani e della natura, a partire dai più minacciati tra gli umani e tra gli esseri del creato».

Il «riscatto della teologia della creazione» deve andare oltre l’ambientalismo, che si batte per la difesa dell’ambiente, e oltre il conservazionismo, che si batte per la conservazione delle specie viventi; l’ecologia nella prospettiva del Sud del mondo mette in discussione il modello di sviluppo (…).

 

Dalla teologia al magistero sociale

La teologia e la Chiesa cristiana sono oggi chiamate a destarsi da quello che potrebbe essere definito come «oblio della creazione», e a sviluppare tutto il potenziale teologico ed ecclesiale, ma anche culturale e politico, della fede nella creazione.

Per seguire l’intera storia del dibattito sul rapporto teologia ed ecologia, si può consultare il mio La teologia del XX secolo, nell’edizione attualizzata con un’appendice dedicata a «Il passo del Duemila in teologia», in particolare alla parte dedicata alla Teologia in prospettiva ecologica. (…)

Questo è avvenuto negli ultimi anni: dopo il passaggio della problematica ecologica dal campo scientifico al campo teologico, si è passati da ultimo al magistero sociale della Chiesa. La teologia ecologica è entrata nella dottrina sociale della Chiesa in modo particolare con la enciclica sull’ecologia di papa Francesco.

La Laudato si’, pubblicata nella Pentecoste del 2015, inizia poeticamente e teologicamente con l’invocazione francescana «Laudato si’, mi’ Signore», ed esprime il tema con coinvolgente espressività «sulla cura della casa comune».

Rosino Gibellini

Teologo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share via
Copy link
Powered by Social Snap