Il 12 gennaio 2023 il sito del quotidiano francese La Croix ha anticipato i contenuti dell’inserto settimanale L’Hebdo. Porta la data del 14.1.2023, si intitola «Sous emprise. Révélations sur des abus sexuels présumés dans un internat catholique» e contiene un’inchiesta esclusiva su un nuovo caso di abusi emerso in Francia e relativo a un collegio, oggi chiuso, della comunità cattolica delle Beatitudini, a Autrey (Vosgi). In quel contesto La Croix ha pubblicato anche, a firma di Mikael Corre, l’articolo «Abus sexuel, psychique ou spirituel: 10 conseils pour aider les victimes». Con l’autorizzazione di La Croix, che ringraziamo, abbiamo tradotto questi «dieci consigli» per Re-blog e per il prossimo numero 2 di Regno – Attualità, convinti che possano essere di grande utilità nel cammino che anche in Italia si sta compiendo «per implementare le azioni di tutela dei minori e delle persone vulnerabili nelle diocesi italiane» (cf. il Primo Report presentato dalla CEI il 17 novembre 2022) (MEG-GMc).

1. Parlarne «fuori dal gruppo»

Vi consigliamo di parlare con qualcuno al di fuori della parrocchia o della comunità in cui è avvenuto l’abuso. Parlare con una persona di fiducia «esterna al gruppo», ad esempio un collega di lavoro, può aiutare a prendere le distanze e a rendersi conto di ciò che vi è capitato.

 

2. Trovare assistenza psicologica

Un terapeuta può aiutarvi a uscire dalla sofferenza inespressa, che è fonte di problemi, e in qualche caso a far riemergere alcuni ricordi a suo tempo sepolti. Vi consigliamo di rivolgervi a terapeuti non legati alla Chiesa, preferibilmente a uno psicologo clinico o a uno psichiatra specificamente formato su questi problemi.

 

3. Chiedere aiuto per fare ordine nel proprio racconto

A volte è molto difficile parlare dei fatti. Perché i ricordi sono frammentari, oppure i punti di riferimento nel tempo sono sfuocati. Un buon metodo può essere quello di stabilire una cronologia sintetica, citando le date o i periodi che si ricordano e i fatti corrispondenti. Una terza persona può ascoltarvi e prendere appunti. Questo spesso aiuta a mettere in ordine i pensieri e a individuare le cose essenziali.

 

4. Chiedere a un professionista di definire i fatti

Solo un esperto di diritto può dire se i fatti sono prescritti o meno (spesso è molto complesso) e se si tratta di una violenza sessuale o di una molestia… Solo una figura professionale è altresì in grado di valutare se siano necessarie o meno delle azioni giudiziarie. È meglio rivolgersi a un avvocato che non sia legato alla Chiesa.

 

5. Tenere conto che potrebbero esserci altre vittime

Nel contesto della sua attività, un predatore sessuale spesso fa credere alla vittima di essere unica, che l’abuso sia una «prova d’amore» e che la loro sia una «relazione» privilegiata. Ma usa la stessa retorica con altri/altre? Ricordate che potrebbero esserci altre vittime. La presentazione di una denuncia o di una segnalazione all’autorità giudiziaria è importante per proteggere gli altri.

 

6. Riportare i fatti

Vi consigliamo di scrivere a MIVILUDES (miviludes.interieur.gouv.fr: è un organismo interministeriale che in Francia si occupa dei fenomeni settari e delle loro deviazioni; ndt) o all’autorità giudiziaria del vostro luogo di residenza o del luogo in cui si sono verificati i fatti. Per qualsiasi domanda relativa a questa modalità di presentazione della denuncia (ad esempio, per trovare l’indirizzo), chiamare il numero 116 006. Questo numero di assistenza alle vittime, istituito dal Ministero della giustizia, è gestito dalla Federazione francese delle vittime (France victimes), che può essere contattata anche scrivendo a: victimes@116006.fr

 

7. Non avere paura della polizia

Sulla base della vostra segnalazione, l’autorità giudiziaria può decidere d’archiviare il caso (e vi spiegherà il perché), chiedervi ulteriori informazioni o avviare un’indagine. In questo caso, sarete contattati e interrogati dalla Polizia nazionale o dalla Gendarmeria. Qualcuno potrebbe spaventarsi; per questo è importante arrivare all’audizione con le idee chiare (cf. punto 3). Non abbiate paura di dire: «Non me lo ricordo bene», se effettivamente non ricordate tutto. Al termine dell’audizione, chiedete di rileggere il verbale e soprattutto non esitate a chiedere di chiarire una data formulazione.

 

8. Scrivere alle autorità ecclesiastiche

Potrebbe essere importante per voi avvisare la Chiesa. È giusto farlo dopo aver sporto denuncia presso la giustizia civile. È possibile contattare la Conferenza episcopale francese (CEF) a questo indirizzo: emprise.derives@cef.fr. Al ricevimento della vostra e-mail, gli esperti dell’équipe Emprise et dérives sectaires dans l’Église catholique vi risponderanno per valutare con voi ciò di cui avete bisogno e vi accompagneranno nel vostro percorso, a seconda dei casi, verso altri professionisti. Inoltre, sempre a seconda dei casi, contatteranno le autorità ecclesiastiche competenti. Potete anche chiedere un risarcimento all’Instance nationale indipéndante de reconnaisance et de réparation (inirr.fr: istituita in base alle decisioni assunte dall’Assemblea generale della CEF l’8.11.2021 a seguito della pubblicazione del Rapporto finale della CIASE), ma questo passo esclude qualsiasi intervento da parte della CEF.

 

9. Chiedere aiuto a un’associazione di vittime

È possibile scrivere a un’associazione specializzata nel sostegno alle vittime delle sette e chiedere la loro consulenza. Le più note in Francia sono: l’Union nationale des associations de défense des familles et de l’individu victimes de sectes unadfi.org, il Centre contre les manipulations mentales ccmm.asso.fr e France victimes france-victimes.fr (cf. punto 6).

 

10. Non escludere la possibilità di contattare un giornalista

Un giornalista professionista rispetterà la vostra richiesta di anonimato. Nessuno può obbligare i giornalisti a fornire l’identità delle loro fonti (nemmeno le forze dell’ordine). Non esitate a incontrarlo e a fornirgli informazioni che gli consentano di avviare un’inchiesta. Attenzione: accusare qualcuno sui social network senza aver sporto alcuna denuncia può esporvi a un procedimento per diffamazione, a prescindere dalla verità dei fatti.

 

 
[L’immagine è quella utilizzata per l’inchiesta de La Croix L’Hebdo]

Mikael Corre

Giornalista de “La Croix” 

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