Si è concluso domenica 19 febbraio il primo ciclo di lezioni della «Piccola scuola di sinodalità», che ha portato a Bologna e alla vasta platea digitale – su input della Fondazione per le scienze religiose (FSCIRE), della Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna (FTER) e di numerosi altri organismi e testate, tra le quali Il Regno – molti e illustri relatori a indagare il tema che è al cuore della vita e della riflessione della Chiesa oggi, sia a livello universale sia a livello locale.
Ricordo che su piano universale, dopo le Assemblee continentali in corso di svolgimento, si terranno due assemblee dei rappresentanti dell’episcopato mondiale a Roma, la prima nell’ottobre 2023, la seconda nel 2024. Mentre, per quanto riguarda in particolare l’Italia, lungo quest’anno pastorale sono stati aperti «I cantieri di Betania».
Il tema della serata del 19 era «L’unità della Chiesa nella catastrofe del mondo» e vi hanno preso parte Maria Elisabetta Gandolfi, caporedattrice de Il Regno-attualità, Emmanuel Adamakis, metropolita di Calcedonia, e il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana. Qui il link al video dell’intera serata.
Catastrofi e rivelazioni
Nella sua prolusione Maria Elisabetta Gandolfi si è innanzitutto chiesta come e perché l’unità della Chiesa cattolica sia oggi messa a rischio da una forma di disallineamento che parte dalla recezione del Vaticano II per arrivare allo stile della Chiesa in un mondo post-secolare.
Poi ha evidenziato tre «catastrofi» che hanno profondamente mutato gli equilibri del mondo e segnatamente quello ecclesiale, imponendo un cambio di paradigma di pensiero che andrebbe riletto sotto la chiave dell’Apocalisse, cioè della rivelazione: la pandemia, la guerra in Ucraina e la questione delle violenze e degli abusi nella Chiesa cattolica.
Dove la sinodalità è abituale
Sinodalità è termine molto abituale per le Chiese ortodosse, come ha messo in luce nella prima parte del suo intervento video-trasmesso il metropolita Emmanuel, ricordando anche, nel loro recente vissuto, il grande concilio di Creta, celebrato, dopo lunga preparazione, nel 2016.
Nella seconda parte egli ha ripercorso con grande interesse il recupero di questo concetto da parte della Chiesa cattolica e segnatamente da parte di papa Francesco (in Evangelii gaudium, nel discorso per il 50o di fondazione del Sinodo dei vescovi, in Episcopalis communio ecc.). Tanto che – ha concluso – gli scaffali delle principali librerie religiose di fronte a San Pietro a Roma ormai pullulano di moltissimi titoli sulla tematica.
Il Sinodo indispensabile
Il card. Zuppi ha infine preso la parola concludendo il ciclo della «Piccola scuola» e annunciando che entro l’anno seguirà una seconda edizione. Ha quindi ripercorso i tratti essenziali emersi nelle varie serate, legandoli attorno al tratto del «cammino» di una Chiesa che è in ascolto di Dio mentre ascolta il popolo di Dio e tutti i compagni che sono disponibili a unirsi lungo la strada.
«La sinodalità – ha detto infine – si presenta indispensabile. Questo dinamismo è un esercizio d’accoglienza reciproca dei cristiani» e di cristiani che fanno «spazio a tutti», anche a coloro che non contano o che non sono ascoltati.
L’invito di papa Francesco va quindi colto per fare del sinodo non tanto un «incontro al vertice» quanto un percorso di comunione inclusiva, a maggior ragione di fronte alle terribili catastrofi della storia.

Guido Mocellin
Giornalista