Le recensioni cinematografiche sul “Regno”
Alla 68ª edizione dei premi dell’Accademia del cinema italiano (Roma, il 10 maggio scorso) ha ricevuto il David di Donatello il film Le otto montagne dei registi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti.
Ma come miglior regista ha ricevuto l’ambito riconoscimento Marco Bellocchio con il suo Esterno notte, nonché come attore protagonista Fabrizio Gifuni che impersona Aldo Moro. Il film, infatti, parla del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro e riceve il premio nel 45o anniversario dell’agguato di via Fani; esso inoltre fa il paio con il precedente Buongiorno, notte, film sul medesimo tema, uscito nel 2003 sempre a opera di Marco Bellocchio.
Nel 2003, solo la prigione
Buongiorno, notte era una pellicola – scrive Arianna Prevedello in Regno-att. 14,2022,453 – «girata quasi tutta in interni (la doppia prigione di Moro nell’appartamento su cui tanto si è dibattuto)» e «si focalizzava sul punto di vista della brigatista Chiara, una giovane donna dipinta in bilico tra la sua sfrenata, quasi infantile, adesione alle Brigate rosse e i repentini dubbi morali che s’infilano nell’appartamento che è chiamata a gestire. Una crisi di coscienza che veniva gestita dal regista con il registro onirico, liberando a più riprese Aldo Moro, capace di girare nell’appartamento nelle lunghe notti della prigionia e alla fine anche nella possibilità d’andarsene a dispetto dell’esito reale».
Le tante case della vicenda Moro
Esterno notte, invece – scrive sempre la critica cinematografica – unisce «i diversi ambienti focali della vicenda del sequestro e del suo esito: casa Moro, la casa dei brigatisti e della prigionia, le tante case della politica, le case in lutto della scorta, le case dei complotti e non ultima la casa del Vaticano. E la casa della speranza: “Il grande teatro televisivo – ha raccontato, infatti, il regista nelle note ufficiali del film – durante quei 55 giorni con milioni di spettatori attaccati alla TV in cui tutti facevano pronostici pubblicamente o in cuor loro e si pregava nelle chiese, si facevano appelli da San Pietro per la salvezza del presidente e tanti ci speravano e anch’io. Ingenuamente. Quell’uomo, come Cristo, doveva morire. Perché nulla potesse cambiare non solo nella politica, ma soprattutto nella mente degli italiani. Facendo un’eccezione alla mia regola di non ritornare più su storie già raccontate. Con un’ampia giustificazione e cioè che la ‘notte’ che ho voluto raccontare nella serie era assente in Buongiorno, notte”».
A firma di Arianna Prevedello
Per leggere l’intera recensione sulle due opere di Bellocchio, a firma di Arianna Prevedello, si può cliccare qui; altre recensioni sono disponibili: sul film di Rosi dedicato a papa Francesco; su Godland, pellicola islandese sul tema della spiritualità; sulla delicata storia di amicizia che ha vinto il premio a Cannes, Close; e infine, ultima in ordine di tempo, la recensione dedicata a un film fuori dalle righe quanto a racconto, ma sempre sul tema dell’amicizia, Gli spiriti dell’isola.

Maria Elisabetta Gandolfi
Caporedattrice Attualità per “Il Regno”