Si sono svolte oggi, con una diretta sul canale YouTube e sulla pagina Facebook, le premiazioni della IX edizione del concorso nazionale indetto dalla sezione Bibbia e Scuola (BeS) di Biblia, associazione laica di cultura biblica. Il tema per l’anno scolastico 2022-2023 era «Stranieri». La giuria era composta da Carla Guetti (Ministero dell’Istruzione), Marinella Perroni (biblista e membro comitato BeS), Brunetto Salvarani (teologo e responsabile del comitato BeS). Salvarani è anche intervenuto nel corso della diretta insieme a Piero Stefani (teologo, esegeta e scrittore nonché membro della redazione de Il Regno dal 1985), neoeletto presidente di Biblia, mentre a Perroni sono toccati l’onore e l’onere di condurre i dialoghi con gli studenti premiati, raggiunti nelle loro classi e perfino, qualcuno, in gita scolastica. Contando anche i numerosi ex-aequo e le menzioni speciali, sono state premiate 7 scuole primarie (= elementari), 5 scuole secondarie di primo grado (=medie) e 8 scuole secondarie di secondo grado (=superiori). Da Gulia Merelli, insegnante di religione nelle classi IV G, V G e V H dell’IPSIA «Filippo Corridoni» di Macerata, abbiamo ricevuto questo testo relativo al video vincitore del II premio tra le scuole superiori, intitolato: «Gher. Beati gli stranieri, perché saranno riconosciuti» (qui il video). Laureata in lettere classiche e scienze religiose, oltre a insegnare religione al «Corridoni» e in altri istituti Merelli è attrice ed educatrice all’espressione teatrale. (P.T.)
Studenti alla scoperta di sé
Il video con cui abbiamo vinto il secondo premio nazionale nel concorso Biblia 2023, che quest’anno si è incentrato sul tema degli stranieri, è una raccolta di testimonianze offerte da parte degli studenti della sede di Macerata dell’IPSIA Filippo Corridoni di Corridonia (MC), che io accompagno nella riflessione
Come insegnante ma anche come educatrice, il mio intento è cercare accompagnare le persone, nel caso specifico gli studenti, alla scoperta di sé e delle proprie domande con un metodo maieutico che non impone ma cerca di rispettare le diversità, di pensiero e cultura. Ecco, allora, che il pretesto del video è diventato la possibilità di dare voce a chi voce non ha o non pensa di averne. Sono voci, alcune già consapevoli e che si esprimono in genere con la trap, una musica nutrita di immagini, scatti rubati dalla strada. Ho tentato di individuare, tramite l’escamotage dell’intervista, un filo rosso nascosto fra queste immagini. Narrare è l’occasione per dare senso a quello che viviamo, fare in modo che i fatti non restino fenomeni isolati ma siano parte di una storia, dove l’uno diventa lo sviluppo dell’altro, formando, nel loro insieme, un’esperienza formativa.
Tre declinazioni bibliche
Ho voluto registrare le testimonianze dei ragazzi. Sono felice che sia stata apprezzata e premiata la loro schiettezza. In un mondo di maschere resta un lusso essere sé stessi. Ho voluto sviscerare con i ragazzi un tema per certi versi sdoganato, «lo straniero», secondo le tre declinazioni bibliche («gher»: straniero residente / «nokri»: forestiero di passaggio / «zar»: il diverso), per conoscere meglio alcuni di questi ragazzi, cercare con loro un incontro. C’è una retorica globale che parla di pace, di accoglienza, di apertura mentale, senza considerare la persona come centro della questione. Cosa significa veramente incontrarsi? Non si incontra nessuno straniero se in primo luogo non si capisce che il primo straniero sono io stesso e che posso accogliere ogni parte di me, anche quella che non sopporto. Partendo dal presupposto che ci abita dentro un mistero che, fino in fondo, non smetteremo mai di conoscere, ho condotto ciascun ragazzo a questa presa di coscienza, che diventa tanto più luminosa quanto più decidiamo di darci valore e prenderci sul serio.
Stranieri lo siamo tutti
Ho fatto questo con domande stimolo: «Chi è lo straniero per te? Ti sei mai sentito straniero? C’è una parte, dentro di te o negli altri, che senti straniera e ti mette soggezione?». Alcuni hanno narrato la loro condizione di straniero residente, parlando concretamente del loro paese di origine e delle differenze conseguite a questo, come M., altri della loro diversità di carattere, di pensiero, proprio sottolineando il fatto che, alla fine, stranieri lo siamo tutti perché tutti siamo diversi e quello che ci rende comuni è proprio il fatto di essere diversi, come R. Alcuni ragazzi hanno avvertito questa intervista come un luogo in cui potersi aprire a portare la propria voce. La voce di S., che ricorda il suo passato recente come luogo di lotta, nel quale cercare un rispetto che oggi ottiene quanto più resta sé stesso. Solo l’essere sé stessi permette infatti di trovare i veri amici perché chi non si avvicina, abbattendo il pregiudizio, forse non ti merita. Così ancora la voce di A., che narra il bisogno di rispettare tutto ciò che è altro da noi e che per rispettare occorre fermarsi ed ascoltare. E la voce di L. che ricorda che ciascuno smette di essere straniero quando comincia a sentirsi capito.
Dal Levitico alle Beatitudini
L’accoglienza dello straniero come fratello ci viene dall’Israele antico, per questo ci siamo avvalsi del libro del Levitico come ricettario da cui prendere quelle definizioni utili a collocare le riflessioni emerse. Se l’accoglienza è stata un «luogo teologico» della rivelazione di un Dio che cerca un legame di amore personale con l’uomo, tanto più questa necessità si chiarisce con Gesù Cristo, che incarna la necessità di accogliere e di essere accolto, diventando lui stesso lo straniero: «prossimo tuo che puoi amare come te stesso». Ecco che le Beatitudini diventano descrizioni terapeutiche, che danno valore a tutte le condizioni umane, anche le più difficili, perché ogni storia diventa beata quando viene ascoltata da chi ti vuole bene. Tutto diventa beato in un orizzonte di amore.
La scuola dovrebbe costituire questo orizzonte, dove si desidera fino in fondo il bene della persona, un luogo dove il bene si diffonde per contagio e non diventa nemico della strada, ma diventa una porta sempre aperta sulla strada.

Giulia Merelli
insegnante di religione