«A voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi giovani dico “non abbiate paura”». È il messaggio di incoraggiamento che Papa Francesco affida a un milione e mezzo di giovani riuniti nel Parco Tejo di Lisbona per la messa finale della trentasettesima Giornata Mondiale della Gioventù. A conclusione della celebrazione e dell’Angelus, Francesco ha annunciato il prossimo appuntamento che si terrà nel 2027 a Seul, la capitale della Corea del Sud. E ha
Coltivate sogni grandi e non abbiate paura
«A voi, giovani, che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati – ha detto il papa durante l’omelia -; a voi, giovani, che a volte pensate di non farcela; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo e lottate per la giustizia e per la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù dice: “Non temete!”».
Un messaggio di incoraggiamento e di sprone per coloro che Francesco pensa essere i veri protagonisti della società. «Cari giovani, vorrei poter guardare ognuno di voi negli occhi e dire: non abbiate paura! Ma posso dirvi qualcosa di molto più bello: Gesù stesso ora vi guarda, lui che vi conosce e legge nel vostro intimo; guarda nel vostro cuore, conosce le vostre gioie e i vostri dolori, i vostri successi e le vostre sconfitte. E vi dice oggi, qui a Lisbona, in questa Giornata Mondiale della Gioventù: “Non temete! Non abbiate paura! Siate incoraggiati!”».
Non si brilla sotto i riflettori ma amando
Dopo queste giornate il pontefice ha rivolto ai giovani una domanda: «cosa portiamo con noi nella nostra vita quotidiana?». E ha risposto proponendo loro di fare propri tre verbi: brillare, ascoltare, non temere, parole pronunciate da Gesù nell’episodio della Trasfigurazione, che viene ricordata nella liturgia odierna.
«Brillare. Gesù si trasfigura e, dice il testo, “il suo volto brillò come il sole”. Egli – ha spiegato il papa – aveva da poco annunciato la sua passione e la morte di croce, frantumando così l’immagine di un Messia potente e mondano, e deludendo le attese dei discepoli. Ora, proprio per aiutarli ad accogliere il progetto d’amore di Dio, che giunge alla gloria per la via della croce, Gesù prende tre di loro, Pietro, Giacomo e Giovanni, li conduce sul monte e si trasfigura: il suo volto diventa splendente e le sue vesti candide. Questo “bagno di luce”, li prepara alla notte che dovranno attraversare».
«Anche noi abbiamo bisogno di qualche lampo di luce per affrontare il buio della notte, – ha poi aggiunto – le sfide della vita, le paure che ci inquietano, l’oscurità che spesso vediamo attorno a noi, tante sconfitte quotidiane… per affrontarle con la luce della Resurrezione del Signore».
Poi ha concluso: «Vorrei dirvi una cosa: non diventiamo luminosi quando ci mettiamo sotto i riflettori, quando esibiamo un’immagine perfetta, di qualcuno che produce molto bene, fa tanto profitto. No. Possiamo essere forti e vincenti ma non luminosi. Diventiamo luminosi accogliendo Gesù, impariamo ad amare come Lui, perché questa è la vera bellezza che risplende e ci porta ad essere un’opera di amore».
In cammino verso l’Estremo Oriente
L’evento della prossima GMG che si svolgerà a Seul in Corea del Sud nel 2027 farà sì che «dalle frontiere occidentali dell’Europa, da qui, ci si trasferirà nell’Estremo Oriente e questo è un bel segno dell’universalità della Chiesa e del sogno di unità di cui voi siete testimoni» ha detto Francesco che, prima dell’annuncio, ha voluto invitare i giovani al giubileo a Roma: «Vi aspetto per celebrare insieme l’appuntamento nel 2025».
Grande dolore per l’Ucraina
Ci sono ancora troppe guerre nel mondo come quella in Ucraina per la quale si prova «grande dolore» ha aggiunto Bergoglio prima dell’Angelus.
Un saluto particolare «ai giovani che non hanno potuto essere qui, ma hanno partecipato a iniziative organizzate nei loro Paesi dalle Conferenze episcopali e dalle Diocesi; penso, ad esempio, – ha detto – ai fratelli e alle sorelle subsahariani riuniti a Tangeri.
In particolare, accompagniamo con il pensiero e con la preghiera coloro che non sono potuti venire a causa di conflitti e di guerre. Nel mondo sono tante».
«Pensando a questo continente, provo grande dolore per la cara Ucraina, che continua a soffrire molto. Amici, permettete a me, anziano, di condividere con voi giovani un sogno che porto dentro: è il sogno della pace, il sogno di giovani che pregano per la pace, vivono in pace e costruiscono un avvenire di pace.
Attraverso l’Angelus mettiamo nelle mani di Maria, Regina della pace, il futuro dell’umanità. E, tornando a casa, – ha chiesto il Papa ai giovani – continuate, per favore a pregare per la pace.
Voi siete un segno di pace per il mondo, una testimonianza di come le nazionalità, le lingue e le storie possono unire anziché dividere. Siete la speranza di un mondo diverso».

Paolo Tomassone
Giornalista