La quarta lettera del segretario generale del Sinodo perché la preghiera sia sempre più parte dell’Assemblea sinodale.

Attenzione all’ecumenismo
e ai presbiteri «apatici»

Non è la prima volta che il card. Mario Grech prende carta e penna da quando è segretario generale del Sinodo dei vescovi.

Nell’ottobre 2021 si rivolse ai vescovi responsabili nelle proprie conferenze episcopali dell’ecumenismo e, firmando assieme al card. Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, chiese che si ponesse una specifica attenzione ecumenica nel percorso sinodale appena iniziato.

Nel marzo 2022, assieme al prefetto della Congregazione per il clero mons. Lazzaro Hu Heung Sik, si rivolse ai presbiteri (qui il testo e qui il nostro commento), specialmente agli «apatici», agli incerti, ai timorosi del fatto che la macchina sinodale avrebbe fatto perdere la loro ragion d’essere, se tanta enfasi veniva posta sul sacerdozio battesimale.

 

Ai vescovi «dubbiosi»

A quasi un anno di distanza (gennaio 2023), questa volta assieme al relatore generale card. Jean Claude Hollerich, scrisse ai vescovi, alla vigilia degli incontri continentali, soprattutto per far capire ai pastori che non vedevano di buon occhio il fatto che «i confini del tema non siano stati così definiti» che il «processo» sinodale sarebbe stato ancora lungo e che non vi sarebbero state agende preordinate imposte da nessuno. Magari nel frattempo qualcuno di questi vescovi dubbiosi esternava le proprie ambasce a qualche giornalista o a qualche editore…

E poi l’ultima – in ordine di tempo – lettera è quella uscita venerdì scorso, 15 settembre, rivolta sempre ai vescovi e firmata dal solo Grech su un tema cruciale: il Sinodo e la preghiera.

 

Senza preghiera non ci sarà Sinodo

L’invito è quello di pregare per il Sinodo e in particolare per l’Assemblea che tra un paio di settimane prenderà il via a Roma, perché, come dirà il papa nella sua intenzione di preghiera per il mese di ottobre, il cui tema è stato preannunciato, «senza preghiera non ci sarà Sinodo».

Una preghiera che è ascolto della Parola per diventare «una Chiesa dell’ascolto»; di adorazione, come «stupore di ciò che Dio dice alla sua Chiesa»; di intercessione verso una realtà che «sta a cuore», nei confronti della quale si è interessati e della quale, quindi, siamo partecipi; di ringraziamento per tutto ciò che Dio opera nella Chiesa.

Concretamente, «per facilitare la partecipazione e sollecitare il sostegno con la preghiera dei membri dell’assemblea da parte delle comunità locali, la Segreteria generale del Sinodo ha preparato una “Benedizione solenne” da recitare, in particolare, al termine delle messe domenicali insieme a delle intenzioni di preghiera».

 

Un’intenzione per le donne nella Chiesa

Già a partire dal 2021 è stato realizzato un sito Internet (www.prayforthesynod.va) in collaborazione con la Rete mondiale di preghiera del papa e l’Unione internazionale delle superiore generali, che «propone ogni primo lunedì del mese un tempo di preghiera specifico per il Sinodo»; inoltre il 30 settembre si terrà una Veglia ecumenica di preghiera (www.together2023.net), presentata la settimana scorsa in Sala stampa vaticana; infine è stato organizzato un ritiro spirituale per i membri dell’Assemblea prima dell’apertura dei lavori (1-3 ottobre 2023), guidato dal maestro generale emerito dei domenicani, Timothy Radcliffe.

Sotteso a tutto questo c’è il dibattito tra chi vede il Sinodo più come un’assise in cui prendere decisioni mettendole ai voti (il cosiddetto modello parlamentare) e chi pensa che si potrebbe evitare questo aspetto (come ad esempio qui) per dedicarsi a una costruzione del consenso tramite discussioni di gruppo e tramite la preghiera.

Di certo il fatto che, pur in minoranza, un gruppo di donne potrà esprimersi per la prima volta tramite il voto in un Sinodo «dei» vescovi, pare un buon passo, anche se imperfetto, verso una Chiesa sempre più sinodale. Spero che ci sia un’intenzione anche per questo.

Maria Elisabetta Gandolfi

Maria Elisabetta Gandolfi

Caporedattrice attualità per “Il regno”

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